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L’esperienza del Convento S. Pasquale Baylon a Taranto

Il team di Generazione Go! • lug 28, 2021

Se mai vi capitasse di perdervi tra le vie di un’assolata Taranto con il rombo fragoroso delle onde del mare nelle orecchie e l’odore di salsedine che impregna l’aria, a un certo punto potreste ritrovarvi di fronte all’entrata di una chiesa un po’ speciale o, se proprio siete fortunati, incappare in qualche frate che tutto indaffarato se ne esce dal portone sul retro del Convento ad essa contiguo. La chiesa di San Pasquale Baylon e il Convento non sono solamente due luoghi di pace sospesa e di ritrovata spiritualità, nei quali fermarsi a riposare, pregare, riflettere, osservare ma anche il fulcro di un costante fermento di idee, ricerche, attività ed esperienze a cui si è dato avvio soprattutto negli ultimi anni.

La storia della nostra collaborazione con i Frati Francescani Minori del Convento S. Pasquale Baylon inizia nel gennaio del 2018, soprattutto grazie alla sintonia tra il Carisma della Fraternità che guida il gruppo locale e il paradigma della Generatività Sociale, a cui l’azione di Generazione Go! fa riferimento. Oltre a parole quali inclusione, condivisione, reciprocità, circolarità, pari dignità, convivialità delle differenze, dimensione della cura, ascolto, corresponsabilità, restituzione, che accomunano e ispirano entrambi i percorsi, questi ultimi si sono anche riconosciuti intorno a un tema assai urgente per la città di Taranto: quello della rigenerazione di una comunità educante intergenerazionale che possa aiutare gli adolescenti e i giovani del territorio a incontrare la propria vocazione attraverso delle prime esperienze di lavoro realizzate “per” loro e “con” loro.

IL CONTESTO

Il Convento di San Pasquale Baylon di Taranto, edificato dai frati Alcantarini nel 1747 e per lungo tempo punto di riferimento culturale e spirituale per l’intera città, sul finire del secolo scorso, per carenza vocazionale, era rimasto abitato da pochissimi frati e aveva quasi totalmente perso il legame con il territorio e la comunità, rischiando addirittura di chiudere.

Di fronte alla grave crisi che stava attraversando la città, i Frati Minori, riuniti in Capitolo Provinciale nel 2013, decisero di riqualificare la presenza su Taranto, istituendo il Centro di Giustizia, Pace e Integrità del Creato dei Frati Minori del Salento.

Da qualche anno i Frati Minori che lo occupano hanno intrapreso un’operazione di ri-apertura verso il quartiere e la città con l’obiettivo di rileggere il carisma francescano della Fraternità e farne proposta concreta di riflessione e azione, costituendo un gruppo di laici attivi e contributivi. Il percorso di trasformazione del Convento ha avuto inizio con una domanda specifica: “Come ridire oggi il carisma francescano?”. La risposta risiede nella Fraternità, come “necessità del rapporto con l’Altro - non scelto, ma accettato come dono - per completare se stessi e costruire il Noi”. Proprio sulla base di questa missione rinnovata, i Frati hanno iniziato a mettere a disposizione gli spazi agibili del Convento e della Parrocchia per la realizzazione di alcune attività nate dalle proposte di alcune realtà laiche che negli anni sono riuscite a instaurare relazioni stabili e organiche con il Convento.

LA NASCITA DI CONVENTHUB

“ConventHub nasce a partire da un’esperienza che abbiamo vissuto 4-5 anni fa, quando una ricercatrice di un’Università della Svezia approdò a Taranto nella nostra Parrocchia. Questa ricercatrice si recava sui territori “contaminati” d’Europa per intervistare i ragazzi e ci chiese di poter parlare con i giovani che gravitavano intorno alla nostra Parrocchia. Quella sera c’erano 5-6 adolescenti di 15-16 anni. La ricercatrice chiese ai ragazzi cosa raccontavano della loro città e i ragazzi le risposero: «Il messaggio che ci arriva dal mondo degli adulti, della scuola, della famiglia è che “di qua ce ne dobbiamo scappare perché non ci sono alternative”, quindi pensare un futuro altrove». E’ stato il primo pugno nello stomaco. Dopo questo episodio siamo tornati a parlare di questo argomento con i ragazzi e uno di loro, con le lacrime agli occhi, ci disse: “Questa è la mia casa perché io sono nato qui, ma io sogno una casa lontano da qui, diversa”. Ascoltarlo è stato molto emozionante ma ci ha fatto capire che dovevamo ripensare totalmente i nostri percorsi pastorali, perché quello che mancava in quei ragazzi era la speranza di poter cambiare la propria terra che, certo, è una terra ferita, violentata, ma anche molto bella. Il problema più grande è che si è persa la consapevolezza di questa bellezza, per questo ci  siamo detti che bisognava ripartire da qui: donare nuovamente ai ragazzi la speranza che gli era stata rubata educandoli alla bellezza. Il vero cambiamento si innesca con la bellezza, la denuncia non basta. Solamente se io mi educo al bello allora, quando questa bellezza verrà deturpata, mi attiverò per difenderla. 
Abbiamo così ripensato tutti i nostri percorsi e da lì hanno avuto origine ConventHub, l’associazione Contatto, la nostra Pinacoteca realizzata due anni fa, Rigeneriamoci e altri percorsi che vanno anche nell’ottica del lavoro. Abbiamo scelto di farlo perchè vogliamo ricucire insieme queste due parole: SPERANZA e BELLEZZA.”
(Frate Francesco Zecca, Custode del Convento)

Quando siamo arrivati a Taranto questo era lo scenario che si dispiegava davanti ai nostri occhi: una città ricca di sfide e di complessità e un vigoroso gruppo di frati e laici che, animati  dallo spirito della Fraternità Francescana, desiderava realizzare qualcosa per i propri giovani e costruire con loro una nuova speranza e futuro per il proprio territorio. Taranto è infatti la terza città nella classifica italiana ad avere il più alto indice di emigrazione giovanile per studio o lavoro, a causa di una scarsezza delle opportunità per i giovani, in particolare quelli più ambiziosi e intraprendenti.


Un primo, importante lavoro che abbiamo portato avanti insieme a tutto il gruppo è stato un percorso di auto-analisi e di ridefinizione della propria identità e missione, dopo il quale ha avuto inizio una successiva fase progettuale per la costruzione di alcune proposte di azione che potessero ovviare alle difficoltà ed emergenze più urgenti individuate a partire dal contesto esterno e interno. 

Da questo percorso, nel 2018, è nato ConventHub; così il gruppo definisce l’identità del progetto:

“ConventHub sarà uno spazio di fraternità, a Taranto, che metterà al centro della sua azione l’ineluttabilità del legame con l’Altro per poter sperimentare la Bellezza del Con, come antidoto alla disumanità, solitudine, disperazione, violenza e psicosi del tempo che viviamo”.

La loro Missione?

“Dare vita ad una Fraternità tra laici e Frati che, in un Convento Francescano, generi speranza per i giovani di Taranto e del Sud, attraverso la bellezza dell’esperienza dell’abitare (inteso nel suo senso etimologico di “coltivare” e “avere cura”) e la valorizzazione dei talenti intergenerazionali”.

Quale sfida?

Creare un punto congregativo nella città, non semplicemente aggregativo, che possa essere:

  • enzima e motore di rigenerazione del tessuto sociale ed economico, mettendo al centro le persone, il loro empowerment e capacitazione professionale e personale; 
  • un approdo dove essere ascoltati e mettersi in ascolto, dove ritrovare la speranza e la forza di ripensarsi, dove poter trovare il proprio posto e ruolo nella società;
  • un luogo dove poter sviluppare la propria creatività come unica risposta profondamente umana alla digitalizzazione e automazione del presente.
“Dopo aver individuato quali erano i punti deboli del contesto e quali erano le necessità dei ragazzi, ci siamo resi conto che parlare di speranza con i giovani significa anche cercare di capire con loro come intervenire sul territorio e sul contesto. 
Per fare questo era necessario entrare in contatto con le diverse parti in gioco: abbiamo intuito che il Convento poteva essere il luogo in cui far confluire questa ricerca di senso cercando di far dialogare tra loro le diverse generazioni e i vari progetti. C’erano tanti soggetti attivi sul territorio che già interloquivano con Frate Francesco però mancava un legame tra loro. Abbiamo iniziato a far conoscere e interagire reciprocamente le diverse parti all’interno del progetto e abbiamo capito che tra di esse c’era una correlazione: la voglia e il desiderio di costruire qualcosa insieme.
L’idea di ConventHub nasce così! Un “Hub”, un “luogo d’incontro” di tutte quelle realtà apparentemente frammentate ma in realtà vicine per una condivisione di valori e bisogni, anche, a volte. ConventHub nasce per cercare di ascoltare, ancora prima che rispondere, ai bisogni che emergevano da chi si avvicinava.”
(Simona Internò - Project Manager)

Parole come Fraternità, Bellezza, Creatività, Cura, Generatività, Speranza sono state il punto di partenza dal quale hanno preso avvio le diverse iniziative volte a intercettare gli effettivi bisogni del territorio con un’attenzione di riguardo ai giovani e agli adolescenti.

LA NASCITA DI PITAGORA32: IL GRUPPO GIOVANI

Forte di questa rinnovata identità condivisa, il gruppo di ConventHub ha iniziato a muovere i primi passi operativi. Uno degli obiettivi più sfidanti era quello di aprire gli spazi del Convento al territorio e creare una rete, ricostruire una comunità di persone e realtà che si riconoscessero negli stessi valori e lavorassero verso una direzione comune. Oltre a una prima analisi degli stakeholder e delle attività che già erano in essere nel Convento - per valutare se queste fossero in linea con la rinnovata missione e intercettassero gli effettivi bisogni del territorio - sono iniziate ad emergere nuove idee e iniziative mirate al coinvolgimento di giovani e adolescenti della città.

L’azione di Generazione Go! è guidata dalla convinzione che in una società sempre più divisa e frammentata come quella di oggi sia fondamentale provare a ritessere la trama della relazione tra le generazioni, mettendo in azione adolescenti e adulti perché, nell’intreccio mediato che l’esperienza permette, si accompagni ad una nuova forma della relazione, autenticamente educativa. Di fronte alla complessità tanto del gesto educativo quanto della realtà, crediamo che esista un sentiero che deve essere percorso ed è il sentiero della comunità.
(Emanuele Fusi, Consulente Pedagogico)

Era giunto il momento di coinvolgere e includere nel progetto un gruppo di ragazzi e ragazze di Taranto, tra i 13 e i 30 anni, per fare in modo che divenissero loro i veri  protagonisti delle iniziative che si sarebbero realizzate, dalla fase di progettazione a quella di esecuzione, da quella di comunicazione a quella di fruizione, consentendo loro di:

  • esperire un’educazione al “fare con la testa, le mani e il cuore” in compagnia degli adulti, in un’ottica inter-generazionale;
  • avere l’occasione di cimentarsi in prime esperienze di lavoro per la ricerca della propria vocazione e talento.

A partire da questo desiderio si decise di dare avvio a un gruppo totalmente dedicato ai giovani in cui far confluire tutte le attività e le iniziative a loro destinate. Dopo un primo momento di ingaggio e con la costituzione di un primo nucleo operativo di ragazzi e ragazze - che facessero da tramite tra gli adulti di ConventHub e gli adolescenti della città potenzialmente coinvolgibili - nacque “Pitagora32”. Il nome del gruppo si ricollega alla via nella quale si trova il Convento, proprio per rendere ancora più esplicita la volontà che esso possa trasformarsi in un luogo di incontro, confronto e speranza soprattutto per i più giovani.

LE PRIME ATTIVITÀ DI PITAGORA32

Pitagora32 nasce per dare un’opportunità ai ragazzi e alle ragazze di Taranto nel narrare la propria città attraverso qualsiasi forma di creatività possa dare loro modo di esprimersi. Siamo più che consapevoli che in una città abituata a reprimere le visioni del futuro e qualsiasi tipo di narrazione alternativa a quella che è stata inculcata nei decenni attraverso la storia che tutti noi ben conosciamo, si arriva a un’età, quella giovanile, in cui non c’è spazio nel pensiero per poter creare una nuova visione della città a propria immagine e somiglianza e secondo i propri valori. Qui noi abbiamo voluto offrire uno spazio, il convento di S. Pasquale Baylon, per dare ai giovani una possibilità di libera espressione. L’abbiamo fatto attraverso le forme musicali, di pittura, di comunicazione digitale e, anche, attraverso i social.
(Antonello Maglie - Attivatore di Comunità)

Antonello Maglie e Valentina Tamburrino, due giovani tarantini Under30,  sono stati i primi “Attivatori di Comunità” con i quali il nostro team di Generazione Go! ha iniziato a collaborare. Insieme, si sono presi cura dell’intero processo di costruzione e aggregazione del gruppo e della conduzione dei primi incontri di Pitagora32. Il focus delle attività era quello di far emergere dalle parole dei ragazzi e delle ragazze la loro visione della città, non quella acquisita dalle loro famiglie o dalle narrazioni lette sui giornali o sui Social Media. Durante i primi incontri però, Valentina e Antonello riscontrarono alcune difficoltà:

Cosa è apparso evidente però dai primi incontri di Pitagora32? Che i ragazzi avevano e volevano esprimere la loro idea di città, ma che la visione che avevano di Taranto era troppo legata, rigida e strutturata. Attraverso delle attivazioni abbiamo provato a sbloccarli e aiutarli ad allargare il proprio punto di vista, altrimenti sarebbero nate delle creatività incomplete. Spesso facevamo finta che lo spazio in cui ci ritrovavamo fosse esso stesso la città e chiedevamo loro: “Dove vi collochereste? Dove vi sentite a vostro agio? Qual è il vostro posto del cuore della città?”. E da queste domande ne sono nate in loro altre, un pò timide, non così espansive come quelle che ci si potrebbe aspettare da ragazzi di 16-24 anni. Abbiamo capito che forse serviva una scossa.
(A. Maglie - Attivatore di Comunità)
Ci siamo accorti che era difficile coinvolgere gli adolescenti perchè era come se fossero spenti, non avevano motivazione ed era difficile invogliarli a fare qualcosa di diverso rispetto alle cose che solitamente fanno a quell'età - uscire, stare con gli amici, farsi un giro.. - tantomeno qualcosa di socialmente attivo per la città. Abbiamo quindi provato a pensare e progettare qualcosa che creasse valore per loro, per renderli dei cittadini attivi e fargli vivere e vedere la città con occhi nuovi. 
(V. Tamburrino - Attivatrice di Comunità)

Gli incontri procedevano a gonfie vele e i ragazzi e le ragazze di Pitagora32 iniziavano a far emergere parole, visioni, idee più personali e creative. Poi, a marzo 2020, è iniziato il LOCKDOWN.

PITAGORA32 IN LOCKDOWN: CHE FARE?

Il lockdown ha segnato l’interruzione di un’evoluzione che, anche se a piccoli passi, stava procedendo con successo ma ci è servito, soprattutto a far emergere i pregi e i difetti del lavoro che stavamo producendo. Il periodo di chiusura ci ha unito e ha facilitato l’empatia di gruppo, dal momento che in questa condizione così inaspettata ma anche molto particolare ci siamo potuti mettere in una condizione di ascolto e comunicazione più intima e profonda. Gli strumenti digitali ci hanno permesso inoltre di allargare il gruppo sia a ragazzi/e di Taranto fuori sede che avevano comunque a cuore la propria città, sia a giovani non erano mai venuti agli incontri in Convento ma che invece durante il periodo della pandemia avevano davvero bisogno di incontrare altri loro pari.
(A. Maglie - Attivatore di Comunità)

A seguito delle direttive ministeriali che non consentivano più lo svolgimento degli incontri in presenza di Pitagora32, il gruppo ha deciso di sospendere le attività previste presso il Convento ma di proseguire comunque il percorso utilizzando la piattaforma online Zoom, con lo scopo di mantenere aperto un canale di ascolto e di confronto con i ragazzi e le ragazze. Davanti all’ingresso nella vita di tutti i giorni di nuove sensazioni, Pitagora32 era diventato il luogo nel quale condividere considerazioni personali e domande, nominare le incertezze e le paure rispetto al difficile periodo di isolamento e riflettere circa le diversità delle esperienze di ognuno.

Da questa esperienza non tardarono ad arrivare i primi importanti risultati e trasformazioni: 

  • La conformazione del gruppo, rispetto a quella precedente alla pandemia con gli incontri dal vivo, era diventata più numerosa ed eterogenea, con la presenza sia di adolescenti che di giovani tra i 19 e i 25 anni;
  • Ai meeting online avevano potuto partecipare anche giovani tarantini che già prima dell’emergenza non uscivano volentieri di casa oppure abitavano troppo lontani rispetto al Convento (molti erano studenti fuori sede) e che invece nello strumento digitale avevano trovato un alleato, sviluppando maggiore interesse e piacere nell’interagire col gruppo. 
  • Durante gli incontri era stato possibile rafforzare lo spirito di appartenenza al gruppo e definirne in modo ancora più chiaro e distintivo l’identità, tanto che iniziò ad emergere da parte di tutti i membri la necessità di definire un’immagine visiva (logo, claim, simboli…) che fosse rappresentativa di Pitagora32 (triangolo come tetto di casa, triangolo come interazione, ecc...) e dentro alla quale riconoscersi e presentarsi nel racconto verso altri giovani e il proprio territorio.

LA RIAPERTURA: PITAGORA32 ESCE DAL CONVENTO

Il lockdown ci aveva insegnato molto: prima della chiusura, la Parrocchia di S. Pasquale Baylon stava funzionando come contenitore di nuove parole, idee, termini, certo, ma avevamo davvero bisogno di uscire dal Convento. Dovevamo rinconquistare la città, con i passi, con il corpo, con l’incontro con le persone. Ci siamo detti: “Non dobbiamo più pensare a far venire le persone qui, prendiamo i ragazzi e iniziamo ad andare noi fuori, per poi ritornare al S. Pasquale Baylon!”. 
(A. Maglie - Attivatore di Comunità)

Sulla scia di questo rinnovato entusiasmo e consapevolezza, Pitagora32 ha riprogrammato la propria azione tenendo ben presenti quegli elementi che durante la pandemia i ragazzi e le ragazze avevano capito essere centrali:

  • Diventare i protagonisti del racconto del proprio territorio, iniziando a creare una rete con le altre realtà che lo animano e comunicando esperienze di “gioia” e di “speranza”;
  • Educare al cambiamento e al vivere sostenibile;
  • Incentivare lo sviluppo e la scoperta del proprio talento e creatività, nel campo manuale, delle arti, della cura degli spazi comuni e della comunicazione digitale.

A settembre 2020, con l’aiuto di tutto il gruppo di ConventHub, sono state dunque avviate nuove attività, pensate per essere svolte in sicurezza e per portare i ragazzi di Pitagora32 “fuori dal Convento”:

  • Laboratori di Esplorazione Territoriale: Un ciclo di 4 “viaggi” ideati per incontrare testimoni del territorio che animano progetti di sviluppo sostenibile e contribuiscono a migliorare la città e il comportamento di chi la vive. I percorsi erano pensati per scoprire la propria città attraverso un’esplorazione di luoghi, storie ed esperienze, che aiutassero i ragazzi prima a conoscere ciò che già esiste, poi a creare un nuovo immaginario sulla base dei propri desideri. Le uscite hanno avuto luogo in 4 aree che circondano il Borgo Nuovo, dove ha sede Pitagora32: il Circummarpiccolo e il Parco Cimino, aree naturali ed extraurbane che costeggiano il Mar Piccolo che attualmente ospitano numerose iniziative di associazioni ambientaliste; il Rione Salinella, un quartiere periferico urbano; il Rione Tamburi e il fiume Galeso, un quartiere a ridosso dello stabilimento siderurgico ex-Ilva; la Città Vecchia, il Borgo Antico attualmente oggetto di piani di recupero per la valorizzazione del patrimonio storico e paesaggistico.
  • Influencer di Comunità: Grazie al coinvolgimento di alcuni esperti di comunicazione e all’ingresso nel gruppo di alcuni ragazzi interessati alla grafica e al videomaking, è proseguito il lavoro di definizione dell’identità grafica di Pitagora32 e si è deciso di dar vita a un percorso più strutturato per la costruzione di una strategia di comunicazione e narrazione online del progetto. Si è deciso di incentrare il laboratorio sull’acquisizione di competenze digitali attraverso una formazione ai principi della “Comunicazione Responsabile”, spendibili soprattutto nel linguaggio del web ma anche in diverse situazioni quotidiane “offline”.
  • Laboratorio di realtà aumentata: Un laboratorio per lo sviluppo della propria creatività nell’ambito delle tecnologie digitali in un’ottica di valorizzazione del patrimonio storico-artistico della propria città realizzato con il supporto del team di Generazione Go! e in collaborazione con BePart, un’organizzazione non profit di Milano che con processi partecipativi e di formazione produce ed installa opere digitali in realtà aumentata nello spazio urbano. L’attività è stata avviata proprio perché ritenuta coerente con i tre focus tematici (territorio, creatività e digitale). 


Queste le brillanti prospettive che si intravedevano a settembre 2020: alcune delle passeggiate per l’esplorazione territoriale erano state avviate, il professionista Giuseppe Internò aveva iniziato a programmare alcuni incontri per la formazione degli Influencer e il nostro team aveva fissato le prime date sul calendario per i laboratori di arte aumentata con BePart. Tuttavia, con la
nuova improvvisa chiusura annunciata a novembre 2020 a causa della seconda ondata di contagi, tutte le attività sembravano essere messe nuovamente a repentaglio.

LA SECONDA CHIUSURA: UN'OCCASIONE DI RINASCITA

Nonostante la difficoltà nel doversi nuovamente scontrare con le proprie paure, il senso di annullamento e l’isolamento forzato, i ragazzi e le ragazze di Pitagora32 non si sono dati per vinti. Con gli Attivatori di Comunità il team di Go! ha provato a ripensare alcune delle attività previste e a immaginarle in modalità online. Gli sforzi di tutto il gruppo non si sono rivelati vani e i risultati non sono tardati ad arrivare, come si è potuto osservare in occasione del 30 maggio 2021, giornata di inaugurazione e di condivisione con tutta la comunità delle nuove attività.

Influencer di Comunità - Educazione al digitale

La fase preliminare necessaria alla formazione tecnica degli influencer sui temi legati all’operatività della gestione della comunicazione e dei canali social, si è svolta per i primi due incontri in presenza e per successivi solo in modalità online. Dopo un’analisi delle diverse competenze pregresse dei ragazzi coinvolti nel percorso, la maggior parte con scarsa conoscenza del territorio, dei social e dei basilari elementi di comunicazione efficace, si è ritenuto necessario iniziare con incontri incentrati sull’importanza di saper costruire una rete forte di contatti, online e offline, fondamentali per poter dare respiro e ambizione a ogni possibile idea in evoluzione. 

Nonostante le condizioni fossero poco vantaggiose per un lavoro di team-working, si è scelto di puntare su un programma teorico-pratico con un’alternanza di 2 attività:

  1. Analisi e screening di pagine Facebook;
  2. Lezioni con pillole di marketing online, gestione delle pagine web aziendali, brand e identità.

Il passo successivo è stata la preparazione alla produzione propria di contenuti per Facebook che il gruppo ha sostenuto in fase di copy e di costruzione di immagini appropriate. Con l'operazione effettuata, si è aperta una sessione di 2 incontri dedicata a studio del target di riferimento e studio e analisi di dati insight. Il percorso di formazione, terminato a dicembre 2020, è proseguito con:

  • l’individuazione di 6 giovani per la gestione della comunicazione e dei canali social di Pitagora32 e ConventHub fino a luglio 2021, che durante i mesi del secondo lockdown e in fase di riapertura si sono presi l’incarico di preparare e pubblicare i contenuti e i post circa le diverse iniziative promosse e realizzate dal gruppo;
  • l’avvio a febbraio 2021 di un “Laboratorio di Video-Editing” in modalità online, condotto da un giovane ventenne esperto di ripresa e montaggio che ha deciso di mettere a disposizione del gruppo le proprie competenze sugli strumenti e i programmi utili alla realizzazione e al montaggio di video di breve e media lunghezza da diffondere sui social e su diversi mezzi di comunicazione.

Laboratorio di realtà aumentata - Educazione alla bellezza, all’arte e alla creatività

La prima fase del laboratorio è stata realizzata a partire da febbraio 2021 grazie a 5 incontri online con i professionisti di BePart. I ragazzi di Pitagora32 sono stati accompagnati alla creazione di un Alfabeto Immaginario che potesse restituire la loro personale visione di Taranto. A partire da alcune fotografie e immagini delle architetture della città, grazie a una formazione sull’utilizzo di Photoshop e altri programmi per il montaggio video, ogni ragazzo ha potuto realizzare la propria lettera del nuovo alfabeto e la corrispettiva animazione per la realtà aumentata. Successivamente si è passati alla creazione di alcune frasi e messaggi per la città e per i suoi abitanti e alla loro stampa su 5 poster e altri vari formati in vista dell’evento finale programmato per il 30 maggio 2021 e aperto a tutta la comunità. In questa occasione i poster sono stati affissi nelle vetrine dei locali della città e nei maggiori punti di aggregazione giovanile insieme al regolamento per partecipare a una caccia al tesoro nella quale i concorrenti dovevano girare per la città alla ricerca degli elementi architettonici di cui le lettere erano composte, riscoprendo così il valore del patrimonio artistico, storico e culturale della propria città.

Lo Swap Party e il Charity Shop - Educazione alla sostenibilità ambientale, a un’economia circolare, al mutuo aiuto e solidarietà

L’esito più inatteso dei mesi di pandemia è stato il fiorire di nuovi spunti e idee, sempre in linea con i temi fondamentali individuati come centrali per il gruppo, che hanno potuto prendere forma nella loro concretezza nel momento della riapertura:

  • Swap Party : un progetto che abbraccia i capisaldi della sostenibilità ambientale e del fare comunità nel difficile ambiente della moda. Il termine Swap Party deriva dall’inglese: “to swap” significa “scambiare” ed è proprio grazie allo scambio di abiti o accessori che è possibile dare vita a un mercato alternativo e sostenibile, ecologico ed economico. Durante il secondo lockdown, i ragazzi e le ragazze di Pitagora32 hanno iniziato a progettare l’evento e a sensibilizzare la comunità sulle tematiche afferenti all’iniziativa grazie alla creazione di un apposito gruppo Facebook e alla diffusione di notizie e post attraverso i canali social di ConventHub e Pitagora32. Sempre in occasione dell’evento programmato per il 30 maggio, a seguito della riapertura delle regioni e dell’allentamento delle misure restrittive previste per l’emergenza Covid-19, si è potuto passare alla realizzazione effettiva dell’evento, allestendo in città vecchia nella Piazzetta Sant’Egidio un vero e proprio “mercato open air” all’insegna del riuso e dell’economia circolare. I ragazzi e le ragazze del gruppo si sono occupati di tutte le questioni organizzative e gestionali: dall’accoglienza delle persone, al controllo qualità dei capi e accessori che sarebbero stati consegnati per lo scambio, alla sanificazione dei tavoli, degli stand e degli articoli esposti fino ad arrivare alla valutazione del risultato finale. 
  • Charity Shop : L’idea di realizzare un Charity Shop o “Bottega della Carità” permanente all’interno degli spazi della Casa di Sant’Egidio, nasce con l’obiettivo di rigenerare e dare nuovo valore ai beni non utilizzati, attivare nuove reti relazionali, raccogliere fondi a favore di progetti proposti dai giovani e attività generative per la comunità e a sostegno di famiglie in difficoltà. Anche in questa occasione i ragazzi e le ragazze di Pitagora32 si sono occupati di seguire tutte le diverse fasi del processo: dalla progettazione, all’allestimento dello spazio con la costruzione di mobili e scaffalature per l’esposizione degli articoli, alla catalogazione dettagliata di tutto il materiale raccolto, fino alla registrazione dei primi incassi a seguito della prima giornata di apertura e inaugurazione avvenuta lo stesso giorno dello Swap Party e della caccia al tesoro in realtà aumentata.


Il giorno del 30 maggio ha rappresentato un giorno simbolicamente molto importante per tutto il gruppo: un inizio e una rinascita di tante nuove attività, diffuso nei luoghi più simbolici di Taranto e partecipato da tutta la cittadinanza. Molte altre iniziative stanno ad oggi prendendo luogo nel Convento di S. Pasquale Baylon, alcune “con” e molte altre “senza” di noi. Uno spirito propriamente “generativo” ha mosso e muove sempre, infatti, la nostra azione come Generazione Go!: la vittoria più grande e il risultato più ambito saranno dunque veder crescere e progredire in totale autonomia ciò che è stato creato, curato e poi lasciato andare.

Su una parete del Convento che conduce alla Pinacoteca, due artisti milanesi hanno realizzato un grande murales di S. Francesco. E’ una rilettura in chiave tarantina del “Cantico delle Creature”: in essa c’è una tensione e uno stare in mezzo agli opposti, a due polarità. Notte e giorno, brutture, criticità e bellezze. Crediamo che la nostra vocazione sia nello stare in mezzo, nel tenere insieme queste due polarità e nel saper trasformare quello che è bruttura in opportunità. E’ anche la grande sfida di questa città: trasformare la ferita in una feritoia di bellezza, luce, speranza e futuro.
(Frate Francesco Zecca - Guardiano del Convento)

Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno dato il proprio contributo nel far crescere questo progetto: Andrea Tamburrini, Alice Trani, Rosmary Delli Noci, Donatella Petilli, Gaetano Drago, Alessandro Rini, Marco Spineto, Enrico Mignogna, Rosanna D'Ambrosio, Roberta Sarli, Emanuele Caccamo, Mattia De Marco, Giuseppe Loconte, Flavio Palagiano, Silvia Sperti, Pierpasquale Antonante, Giuseppe Internò, Simona Internò, Antonello Maglie, Valentina Tamburrino, Frate Francesco Zecca, Azzurra Carucci, Giusy Tagarelli, Giulia Lupoli, Frate Vincenzo Chirico, Maria Palma Esposito, Michele detto Nocci, Valeria Ru, Team di ConTatto APS.

Per saperne di più su ConventHub visita:

Per saperne di più su Pitagora32 visita:

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Autore: Elisabetta 24 nov, 2020
“Cosa vince la paura secondo voi?”  “Che cosa desiderate in questo periodo?”
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